Le modifiche contenute nell’articolo 15, comma 11, del Correttivo riguardano l’articolo 25-bis del Codice contenente le misure premiali di natura fiscale collegate all’attivazione, da parte dell’imprenditore, della composizione negoziata, al fine di inserire all’interno del Codice le vigenti disposizioni, introdotte dopo il 15 luglio 2022. In particolare, ricalcando la disciplina elaborata per le procedure alternative alla liquidazione giudiziale, con le aggiunte ai commi 4 e 5, si prevedono ulteriori misure incentivanti della procedura a seguito della disposizione di cui all’articolo 38, commi 1 e 2, del Dl 13/2023. Queste si traducono in una maggiore rateizzazione del debito fiscale concesso dall’agenzia delle Entrate fino a 120 rate mensili in caso di comprovata difficoltà dell’impresa secondo l’istanza depositata e sottoscritta dall’esperto e nella possibilità per i creditori di emissione della nota di variazione Iva in caso di pagamento ridotto del credito da parte dell’impresa debitrice. Senza l’intervento del Correttivo il piano di rateizzazione può arrivare fino a un massimo di 72 rate. Parimenti, mancando il coordinamento con il comma 3 bis dell’articolo 26 del Dpr 633/72, in caso di ricorso alla composizione negoziata della crisi non vi è, senza il Correttivo, la possibilità per i creditori dell’impresa di recuperare l’Iva. Secondo le aspettative del dipartimento della Ragioneria generale dello Stato esposte nella relazione tecnica le misure premiali non solo si esclude possano determinare effetti negativi sulla finanza pubblica, ma si stima che, il favorire l’accesso da parte delle imprese alle procedure di composizione negoziata per la soluzione della crisi aziendale, produrrà effetti deflattivi del contenzioso giudiziario. Ancora si prospetta che la norma sia suscettibile di produrre ulteriori effetti positivi, atteso che la stessa consente la possibilità di accedere alla rateazione prima ancora dell’inizio dell’iscrizione a ruolo, attraverso l’approvazione anticipata del piano di risanamento: infatti, la dilazione nei pagamenti è in grado di garantire una maggiore sostenibilità del debito da parte dell’imprenditore e, quindi, favorire per l’Erario il recupero delle somme dovute dall’impresa.
Fonte: Il Sole 24 Ore
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